I misteri del Pilastrello

Ecco un elenco di quanto le ricerche storiche e documentarie hanno messo in luce.

  • Non sappiamo quando il Pilastrello (ossia il VII miglio romano) sia stato decorato da un’immagine sacra né chi lo dipinse; sappiamo solo che rappresentava la Vergine che allattava il Bambino ed era giudicato del 1400
  • Non sappiamo quando fu racchiuso nell’oratorio;
  • Inizia forse dal 1450, momento della costruzione della chiesa parrocchiale di S. Maria Nascente, la progressiva emarginazione del Pilastrello?
  • Non si hanno documenti e riferimenti dell’antico affresco nascosto;
  • Perché e quando fu coperto? Forse per la peste? Nel milanese, tra il 1348 e il 1497, se ne contarono ben nove. Era consuetudine dopo le pestilenze, ricoprire di calce, a scopo igienico, le pareti dei luoghi pubblici. Ciò sarebbe potuto accadere anche per il nostro misterioso dipinto, ma così non avvenne, fu celato da un muro; i tratti definiti “arcaici” e “bizantineggianti” dagli esperti (1) collocherebbero il dipinto all’inizio del 1300;
  • Se c’era stata la peste perché l’affresco sul pilastro non è stato coperto? Ciò vuol  voler dire che l’immagine sacra era tanto amata che non poteva essere in alcun modo coperta dalla calce?
  • Non sappiamo chi fu il committente dell’affresco di Giovanni Maria Gariboldi (1779); possiamo pensare agli Arrigoni, famiglia che possedeva il Pilastrello ed originaria della Val Taleggio (ancora oggi certi Arrigoni sono produttori di taleggio).
  • Chi ordinò il primo accorciamento del 1791? In quel tempo c’erano ancora gli austriaci; Napoleone arriva solo nel 1797 (anno di fondazione della Repubblica Cisalpina); sappiamo però che le spese per la costruzione della nuova facciata (rifatta nel 1795) furono sostenute dalla Parrocchia e dalla gente di Paderno;
  • Non è chiaro a chi appartenesse il Pilastrello: nel Settecento è nei terreni di proprietà dei Marchesi Calderara; già dal 1760 compaiono gli Arrigoni; poi si parla di Emilio Guarnieri (lì sepolto nel 1808); nel 1842/43 passa ai nobili de’ Capitani  d’Arzago eredi per parte materna degli Arrigoni; la gestione era comunque affidata alla Parrocchia di Paderno.
  • Nel 1897 avviene l’offesa all’antico Crocifisso del Pilastrello
  • Nella ricostruzione storica del Pilastrello gioca un ruolo importante la figura di don Wladimiro Piccinelli, nativo di Gallarate che, già coadiutore in loco, viene nominato parroco nel 1894 e lo sarà sino alla sua morte, avvenuta nel 1915.
  • Doveva avere veramente a cuore l’oratorio, poiché l’Archivio parrocchiale conserva documenti scritti di suo pugno che lo riguardano. Importanti sono le sue lettere  al Card. Ferrari (del 1897 e 1902) che ne tracciano la storia, segnalano le pendenze con i nobili de’ Capitani d’Arzago circa l’effettiva proprietà della chiesetta, narrano dell’atto sacrilego contro l’antico Crocifisso e delle cure riservate all’edificio sacro negli ultimi due secoli.
  • Trascriviamo (quasi integralmente) un suo scritto del 9 settembre 1902 da cui possiamo trarre importanti notizie storiche.

Memoria della Benedizione dell’Oratorio della B. Vergine della Consolazione detto del Pilastrello fatta dal  Parr˙di Paderno. D. Wladimiro Piccinelli li 9 Settembre 1902 – martedì –Notizie Preliminari.

Nei confini di questa Parrocchia di Paderno sulla antica Strada Comasina esisteva un piccolo pilastro dell’altezza di circa metri 3 e largo m 1. ½  sul quale, a fresco, era dipinta la Madonna che dà il latte al S. Bambino, ai lati si vedevano confuse due teste poco riconoscibili. Questo dipinto fu giudicato essere del 1400. Non si sa in quale anno, quel pilastro fu incluso in un Oratorio. Nel principio del 1800 quando fu allargata la strada Comasina, diventata provinciale, furono fatte riparazioni al medesimo Oratorio a spese dei Parrocchiani di Paderno come risulta dal libretto – B.V. del Pilastrello, allegato A – esistente in questo Archivio Parrocchiale e fatta una nuova facciata con porta a levante verso la strada rimanendo il Pilastrello a destra della porta in principio dell’Oratorio.

Nel medesimo libretto trovasi memoria che la Signora Giuseppa  moglie del Sig. Giuseppe Arrigoni fece dono all’Oratorio della Via Crucis e che dal sullodato Sig. Giuseppe Arrigoni furono fatte le balaustre in pietra. Ed altre riparazioni negli anni 1812 e 1813.-

Negli anni successivi, essendo Parroco il M.B. D. Ennio Castelletti, le elemosine venivano ritirate dal fattore del Sig. Nob. De Capitani e date alla vedova Carolina Brenna–Carcano per accendere la lampada. Nel 1894 il sottoscritto entrato in possesso della Parrocchia fece i debiti richiami per le erogazioni delle elemosine e si stabilì che la suddetta Carcano, incaricata a ricevere le offerte, le consegnasse alla Sig.ra Bergomi (?) Rosa maritata Mauri della Battiloca e si tenesse registrata l’entrata e l’uscita per la manutenzione della lampada.

Nell’anno 1895 di converso colla autorità Ecclesiastica il Sig. Nob. Alberto De Capitani fece togliere la cassetta elemosine, poiché quasi ogni anno e anche più volte all’anno l’Oratorio era visitato e spogliato dai ladri che asportavano un Reliquiario antico, un bassorilievo di S. Giuseppe, alcuni quadri – le tovaglie ed altro, rovinando sempre la porta e scassando il muro ove trovavasi la cassetta delle elemosine. (Vedi nota 1) In questi anni il Sig. De Capitani fece varie riparazioni all’Oratorio a sue spese – lo fece imbiancare – riparare il tetto – le finestre e la porta.

Al 26 giugno 1897 fu perpetrato l’orrendo sacrilegio contro il SS. Crocifisso.

Da quell’epoca si cominciarono le pratiche per dare un assetto stabile alla vertenza dell’Oratorio….

Ricevuta risposta verbale per mezzo di M. Nosari (?) che S. Emin. intendeva far passare l’Oratorio a Patronato di Casa De Capitani, il suddetto Comm. D. Alberto – ordinò le riparazioni che furono fatte nel 1900=901 e riferivano ad una rinnovazione quasi completa- Furono abbattuti i muri di lato – e nella demolizione del lato settentrionale (ove si trovava l’immagine di Maria sul Pilastrello) rovinò il Pilastro e fu distrutta l’immagine (sotto il Pilastro c’era una tomba ove nel 1808 fu deposto il cadavere di Emilio Guarnieri.-(Vedi nota 2) Fu costrutto un nuovo pilastro nel muro settentrionale e vi fu collocato un quadro ad olio rappresentante la Madonna col Bambino in sonno- La Domenica IV dopo Pasqua 27 Aprile 1902 fu solennemente riportato il SS. Crocifisso all’Oratorio del Pilastrello con accompagnamento delle Confraternite ed altre compagnie (Luigini e Figlie di Maria). Il SS. Crocifisso portato in Parrocchia nel 1900 quando si incominciarono i lavori di ricostruzione e messo nella cappella di S. Bernardo in grande venerazione dal 7 ottobre 1900 al 27 aprile 1902.=

Nota 1: si trattava di una pietra inserita in facciata con una piccola fessura e con inciso “Elemosina

             per la B.Vergine” e che fu levata nell’ottobre 1896 senza il permesso dell’Ordinario Diocesano.

            (notizia tratta dalla lettera di don W. Piccinelli indirizzata al  Card. Ferrari il 6 Luglio 1897)

Nota 2:  Emilio Paolo Guarnieri (1740-1808) era nel 1802 Direttore Generale delle Poste di Milano

             ai tempi della Repubblica Cisalpina (1797-1805

  • La proprietà è messa in dubbio da don Wladimiro Piccinelli che chiede l’intervento del Cardinale Ferrari per un chiarimento;
  • I de’ Capitani d’Arzago si ritenevano legittimi proprietari e, una volta chiarita la questione con la Curia milanese e ottenuto il Patronato sull’Oratorio, fecero ampi interventi di riparazioni nel 1900 e 1901.

Le immagini dell’endoscopia indicano che l’affresco nascosto rappresenta Maria, il Bambino Gesù, S. Sebastiano (riconoscibile dalle frecce) e un altro santo non ben identificato; porta una lunga veste e ha un oggetto in mano (la campanella?). Potrebbe anche essere S. Antonio abate il cui culto è più antico di quello di S. Rocco. Protegge dalla peste oltre che essere patrono degli allevatori, dei contadini e dei macellai. Anche i santi Sebastiano e Rocco proteggono dalla peste e sono invocati dai contadini. E’ pensabile che, come per il perduto affresco del Pilastrello di Cusano, il nostro misterioso dipinto raffiguri S. Rocco ma  S. Antonio non è, tuttavia, estraneo al tema. Antonio e Sebastiano sono poi santi tipici della devozione contadina e il Pilastrello è, appunto, un oratorio campestre. La questione quindi si complica. Forse solo una nuova endoscopia potrà darci una mano. Troveremo qualcuno che ci darà una mano per risolvere il mistero?